Come nefastamente (
qui la pronuncia di "nefastamente") previsto, questa notte, al Kodak Theatre di Los Angeles, sono stati Tom Hooper e i suoi amici finto-british-snob balbuzienti (
qui la pronuncia di "balbuzie") a fare andirivieni su e giù dal palco.
The King's Speech, pellicola rassicurante e tanto politically correct quanto insipida, si aggiudica ben quattro statuette su addirittura dodici nomination:
Miglior Film (
qui la pronuncia di "cristo"),
Miglior Regia (Tom Hooper),
Miglior Attore Protagonista (Colin
Fuck Firth) e
Migliore Sceneggiatura Originale.
Quattro premi, ma di gran lunga meno ambiti, anche per
Inception di Christopher Nolan, film che rasenta il capolavoro, ma che é costretto ad accontentarsi degli oscar per
Fotografia (Wally Pfister),
Effetti Visivi,
Sonoro e
Montaggio Effetti Sonori, a fronte delle otto segnalazioni (
qui le pronunce di "porco" e "porco cane"). Lo splendido
The Social Network, poi, per il quale queste pagine palpitavano di mera speranza, porta a casa e a David Fincher solo tre oscar su otto candidature:
Sceneggiatura Non Originale,
Colonna Sonora (Trent Reznor e Atticus Ross) e
Montaggio (
qui la pronuncia di "mannaggia").
I meriti come
Miglior Attore Non Protagonista e
Migliore Attrice Non Protagonista sono stati, invece, affidati a Christian Bale e Melissa Leo, entrambi per
The Fighter, di David O. Russell.
Black Swan, carnale ossessione del visionario Darren Aronofsky, riesce a conquistare, su cinque nomination, solo il meritato podio per la
Migliore Attrice Protagonista, Natalie Portman. Tra l'altro scopro ora che la Portman si é fatta fecondare da un non-Devendra. Donnaccia (
qui la pronuncia di "donnaccia").
Toy Story 3, come previsto, si aggiudica i premi
Miglior Film d'Animazione e
Miglior Canzone Originale (We Belong Together), mentre l'incidente di percorso di Tim Burton,
Alice in Wonderland, zitto zitto e brutto brutto, conquista i premi-contentino per
Scenografia e
Costumi. Infine,
The Wolfman, di Joe Jonhston, si aggiudica il
Miglior Trucco. A bocca asciutta i fratelli Coen (
True Grit) e soprattutto Danny Boyle (
127 Hours).