Annabelle (2014, John R. Leonetti)

Rag Doll, Livin' in a Movie

Il guaio è che, se vai a vedere un film in sala dopo aver visto un 30% su Rotten Tomatoes, ti aspetti il peggio e finisci col non trovarlo: Annabelle non è quello che vogliono farvi credere. É tutto un gomblotto dei potenti e delle case farmaceutiche per distrarvi da ciò che succede realmente nel mondo. A questo punto proverei a farvi pensare di aver di fronte un capolavoro, ma io vi conosco, so che siete scaltri, quasi diabolici, e che avete già visto questo 2 e ½ su cinque qua sopra, quindi la smetto di inventarmi una intro quando non ne ho una ed inizio davvero a parlare della bambolina.

Nato da una costola di The Conjuring - L'Evocazione (2013), Annabelle strizza l'occhio ad alcuni fatti avvenuti attorno al 1970 (epoca in cui gli spiriti ci davano dentro): Donna, una studentessa in scienze infermieristiche, ricevette in regalo una bambola, una Raggedy Ann (dalle fattezze molto diverse da quelle rappresentate nelle pellicole), e la portò con sé nel dormitorio universitario dove condivideva la stanza con Angie. Poco tempo dopo le due studentesse iniziarono a notare piccoli cambiamenti di posizione da parte della bambola, che man mano si trasformarono in veri e propri cambi di stanza. Col tempo la bambola imparò anche a scrivere messaggi inquietanti con i pennarelli, a sporcarsi le vesti di sangue ed a menare un amico loro, costringendo le due ragazze a rivolgersi ad Ed e Lorraine Warren, che le informarono molto professionalmente che Annabelle, una bambina morta in quel luogo diversi anni prima, si era impossessata della bambola. I Warren presero in custodia la Raggedy Ann, che da allora si trova nel loro museo dell'occulto nel Connecticut, in una famosa teca recante la scritta "do not open".


California, 1969. Le vicende della pellicola si antepongono ai fatti appena ricordati, presentandoci John Gordon (un terribile Ward Horton), specializzando in medicina, che regala alla moglie incinta Mia (ironia della sorte, Annabelle... Wallis), appassionata di bambole, un pezzo da collezione difficile da reperire: la futura Annabelle. Quella stessa sera i loro vicini di casa, gli Higgins - che tempo addietro avevano perso (nel senso che proprio non la avevano più trovata) la figlia, toh, Annabelle - vengono massacrati da una coppia di adepti della setta satanica "i figli dell'ariete". I due criminali si introducono anche in casa di John e Mia, dove la satanista, rinchiusasi nella stanza della nascitura all'arrivo della polizia, fa in tempo a disegnare un simbolo esoterico sul muro prima di suicidarsi e contaminare la bambola. La giovane assassina sarà poi identificata come Annabelle Harris: è quindi la figlia dei vicini di casa di Mia (e non più una bambina, come la leggenda avrebbe voluto) a fare da tramite tra il dimognio e la bambola.


Con una trama proposta e riproposta, a livello letterario e cinematografico, da prima che l'uomo imparasse a scrivere ed a tenere una macchina da presa, Annabelle ha però una cifra stilistica, datagli dal regista John R. Leonetti, qui alla sua opera prima (dopo aver diretto la fotografia in The Conjuring - L'Evocazione), di tutto rispetto. Una regia che, nell'epoca dell'abuso del mockumentary, predilige la camera fissa e un uso del sonoro che, nell'era del "non vedo ma sento", si concede poco al salto da dolby.

Le scelte stilistiche della pellicola sono condivisibili: la bambola, Annabelle, viene resa inquietante da un guizzo negli occhi e non si muove, all'interno dell'inquadratura, prima del resoconto finale. La componente dell'attesa e del climax risulta efficace e le atmosfere dei momenti clou sono un crescendo ben costruito e ben studiato (si pensi alla macchina da cucire), anche se, nel suo insieme, la pellicola pecca del giusto ritmo narrativo (non avendo, effettivamente, una trama da ritmare).

Nonostante questo grande handicap, ovvero quello di non avere assolutamente nulla di nuovo da raccontare, la pellicola scorre in modo quasi fluido e riesce persino a spaventare. Due scene in particolare, la scena della porta e quella delle scale (precedute dai fotogrammi che seguono), sembrano rappresentare contemporanemante un ritorno all'old school ed una ventata di freschezza: in entrambi i casi, la macchina da presa ferma e l'audio quasi esclusivamente diegetico portano lo spettatore ad una totale immedesimazione.



Costato quattro melanzane e tre zucchine, Annabelle sembra essersi inimicato critica e pubblico ancor prima di uscire in sala, forse a causa del marketing da stalker posto dietro l'operazione. In realtà la pellicola di Leonetti non è più offensiva di tanti horror attualmente in giro (Le Origini del Male, Liberaci dal Male e tutto ciò che contiene "male" nel titolo italiano). Annabelle non è brutto come vogliono farvi credere. É solo mediocre, quindi di gran lunga peggio.

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Annabelle (U.S.A. 2014)
Regia: John R. Leonetti
Sceneggiatura: Gary Douberman
Fotografia: James Kniest
Musiche: Joseph Bishara
Cast: Annabelle Willis, Ward Horton, Alfre Woodard, Tony Amendola, Eric Ladin
Genere: horror, dimognio in casa
Data d'uscita italiana: 2 ottobre 2014
Se (proprio) ti piace guarda anche: The Conjuring (2013), Mama (2013).

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