L'Addio al "Moidil"


È una storia lunga, mettetevi comodi. Innanzitutto io mi chiamo Stefania, piacere. Sono una figlia degli anni '80, nutrita ad Edgar Allan Poe, Lewis Carroll e insicurezze croniche. Sono una di quelle che ha completamente perso la cotonatura e le spalline, perché fortunatamente troppo piccola, e si è improvvisamente ritrovata nei '90, col grunge, le magliette stropicciate, la pioggia di Seattle e il decadentismo post-moderno. Sono una che ha vissuto l'internette a pieno, dalle newsletter ai forum, da Splinder a Blogspot, dalla netiquette a quella robaccia social che signora-mia-lasciamo-stare.

Sono anche una che ha sempre adorato il crime, persino quando non poteva ancora capirlo: credo di esser passata, nel giro di poche ore, dalla consumata VHS di Alice nel Paese delle Meraviglie della Disney a quella de Il Silenzio degli Innocenti registrata da Italia1. Sono una cresciuta a Jeffery Deaver e Thomas Harris. Per questo, quando creai il mio primo blog, prima di Blogger, prima di Splinder, molto tempo prima del "ti consigliamo di iscriverti con il tuo vero nome", mi serviva qualcosa di mio che al contempo mi nascondesse, mi tenesse al sicuro... in un garage.
Ma ascoltami attentamente: guarda dentro te e il resto di te stessa. Vai a cercare la signorina Moidil, una mia vecchia paziente. M-O-I-D-I-L. Non credo che Miggs riuscirà a calmarsi, per me non è completamente pazzo. Vai ora!
Così, tra gli sguardi incuriositi di chi cercava di capire e quelli attoniti di chi non sa chi sia Jonathan Demme, diventai Ester Moidil. E mi è piaciuto esserlo, eh, anche in quel suono simile al mio vero nome, anche se di Ester Moidil in giro per la rete ce ne sono e ce ne saranno sempre altre (che usano tanti, troppi punti esclamativi). Ester Moidil è stato un po' il mio piumone dei giorni freddi, tagliato su misura per non scoprirmi, per non rendermi vulnerabile.

Voglio bene ad Ester Moidil e probabilmente, indipendentemente da questa avventura, sempre gliene vorrò, ma quel piumone, a forza di lavarlo senza leggere l'etichetta, è diventato una sorta di trapunta dell'Ikea, di quelle che le tiri sulle spalle e ti scoprono i piedi (che poi una si domanda come diavolo facciano i nordeuropei - notoriamente più alti di noi - ad utilizzarle, ma vabbé).

Tutto questo panegirico per dire che ho pensato che, se devo prendere freddo, allora tanto vale toglierlo quel piumone, alla fin fine se ci si tiene in movimento lo si avverte di meno, dicono.
Ester Moidil. È un anagramma, vero, Dottore? Ester Moidil, "il resto di me". "Il resto di me" vuol dire che lei ha affittato quel garage?
Insomma, da oggi "il resto di me" va via, resto io ed io soltanto. Mi chiamo Stefania, piacere, e sono ciò che sono, anche se mi sforzo di essere meglio. Sono Stefania, faccio abuso di virgole ed aggettivi, non leggo più Thomas Harris ma continuo ad amare il crime. Mi chiamo Stefania e da oggi mi firmerò StepHania, col pH, perché mi piace la chimica e recentemente, in estremo ritardo, ho scoperto di piacere anche a lei. Da oggi mi firmerò StepHania Loop, perché suona come il mio cognome e perché, ironia della sorte, descrive appieno i miei processi mentali, che già mi suggeriscono di ripensarci.

Da oggi mi chiamo StepHania Loop, perché non sento più il bisogno di nascondermi, perché non ho nulla di cui vergognarmi, perché mi sto evolvendo.
Vola, vola, vola. Vola, vola, vola.
Mica avevate pensato che volessi chiudere il blog?! Naaa.

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