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La rubrica (che tutto il mondo ci infischia) sull'analisi semaforizzata e del tutto pregiudiziale delle uscite al cinema. |
Siamo già arrivati alla quarta settimana del 2016, che da domani ci offrirà - distribuzione permettendo - ben sette nuove uscite in sala.
Tra queste, non parleremo di
Se Mi Lasci Non Vale di Vincenzo Salemme né di
Piccoli Brividi (Goosebumps) con Jack Black, perché avremo fortunatamente a che fare con uno dei
film più attesi del 2016, con un Golden Globe, un Leone d'Oro e un film con Giancarlo Esposito. E come si fa a dire di no a Giancarlo Esposito?
Prima di saltare, però, soffermiamoci un attimo a dare un'occhiata al box office tricolore dello
scorso week end, nel quale si è ben piazzato
The Revenant, seguito a ruota da
Creed - Nato per Combattere, ma -
chevvelodicoafare - è ancora
il film di Nunziante a detenere il maggior incasso per la terza settimana consecutiva. Riusciranno le allettanti e pluripremiate pellicole in uscita questa settimana a scalzare il perfido Zalone ed a far trionfare il bene e la giustizia, almeno in sala?
Steve Jobs

Negli States
Steve Jobs, uscito ad ottobre, è stato un flop considerevole, tant'è che la Universal lo ha ritirato dalle sale. D'altra parte lo stesso progetto del
biopic su Steve Jobs, informatico, imprenditore e genio, è stato complesso e difficoltoso sin dall'inizio: nell'aprile 2014 David Fincher abbandona la regia, seguito a ruota da Christian Bale, che, fortemente voluto da Fincher, avrebbe dovuto interpretare il ruolo principale. Subentra quindi
Danny Boyle, un altro grande regista che ha firmato "cosette" tipo
Trainspotting,
28 Giorni Dopo,
The Millionaire, ma che negli ultimi tempi, con
Trance, non ha lasciato il segno. Per il ruolo di Jobs vengono chiamati in causa un sacco di nomi, tra i quali quelli di DiCaprio, Matt Damon, Ben Affleck e Bradley Cooper, ma la spunta
Michael Fassbender. Quella che è sempre stata una certezza, ancor prima dell'intervento della Universal, è stata però la sceneggiatura di
Aaron Sorkin (
The Social Network,
The Newsroom), basata sulla biografia firmata da Walter Isaacson nel 2011. Con Sorkin, Boyle e Fassbender in ballo, com'è possibile che Steve Jobs sia così deludente? La critica americana non smette di elogiarlo e Metascore e Tomatometer veleggiano sopra gli 80 punti su 100. Inoltre Steve Jobs ha già portato a casa
due Golden Globes (sceneggiatura ed attrice non protagonista, Kate Winslet) e
due nomination agli Academy Awards. Io ci metto un polliciotto verde e corro a capire se qualcosa è andato storto.

The Pills - Sempre Meglio Che Lavorare
I The Pills, trio composto da Matteo Corradini, Luigi Di Capua e Luca Vecchi, si sono fatti conoscere su YouTube (
questo il loro canale) grazie a degli episodi organizzati a mo' di serie TV, nei quali, oltre a citazioni e strizzatine d'occhio a
binge-watchers e sfortunati coetanei, hanno man mano infilato
dialoghi dissacranti ed al limite di qualsiasi cosa. Per farsi un'idea del loro lavoro (see, vabbé, "lavoro"), basterà dare un occhio all'episodio
Fabio Volo, uno dei primi e dei più riusciti. Ora i tre scapestrati romani passano al cinema con un film di cui si sa poco e niente: dal trailer sembra che tirino in ballo
Le Iene di Tarantiniana memoria, sono riusciti ad avere nel cast
Francesca Reggiani e (sembrerebbe)
Gianni Morandi, per di più fa una inspiegabile comparsata anche
Giancarlo Esposito, l'indimenticabile interprete di Gus Fring in
Breaking Bad.
Il Figlio di Saul (Saul Fia - Son of Saul)
Già
vincitore di un Golden Globe e del Grand Premio della Giuria a Cannes 2015 ed appena
candidato agli Oscar come miglior film straniero,
Il Figlio di Saul è firmato dall'ungherese
László Nemes, per la prima volta dietro la macchina da presa per un lungometraggio. Saul non è quello che è sempre meglio chiamare nelle serie della AMC (scusate, mi lascio trascinare da Giancarlo Esposito), ma
un ebreo prigioniero ad Auschwitz: Saul (
Géza Röhrig) è un Sonderkommando, fa parte cioè di uno di quei gruppi di ebrei costretti dai nazisti ad aiutarli nella gestione e ad assisterli nello sterminio degli altri prigionieri. Un giorno, al lavoro nei forni crematori, Saul nota il cadavere di un ragazzo estremamente somigliante a suo figlio. Pur di dare una degna sepoltura a quel corpo, sarà costretto a mettere da parte i propri compagni ed i loro piani di fuga.
Ti Guardo (Desde Allà)
Il film del venezuelano Lorenzo Vigas, anche lui al suo primo lungometraggio dietro la macchina da presa, si è già accaparrato il Leone d’Oro alla Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia 2015. Desde Allà (per noi Ti Guardo) è il racconto di un incontro tra due solitudini, due abbandoni: Armando (Alfredo Castro) è un uomo arido, incapace di amare, che si apposta in prossimità delle fermate degli autobus per avvicinare alcuni ragazzi, offrendo loro dei soldi per accompagnarlo a casa; Elder (Luis Silva) è invece un giovane teppista, membro di una banda di Caracas. L'incontro tra i due genera un legame simile ad un malsano rapporto padre-figlio, che ben presto sfocia in un amore torbido come il rhum più bevuto nei peggiori bar di Caracas.
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